È possibile che un bambino o una bambina anche molto piccoli si masturbi? La risposta è sì. La masturbazione infantile è assolutamente normale e può essere praticata anche da bambini molto piccoli. Spesso durante le mie consulenze private, i corsi o i seminari che propongo su argomenti dell’infanzia mi accorgo che la masturbazione in età pediatrica è sentita come patologica e pertanto viene vissuta con un certo imbarazzo sia dai genitori che a volte, mio malgrado, anche dagli stessi pediatri. Intorno all’anno di età i bambini cominciano a scoprire diverse cose di sé stessi, conseguono diverse competenze (cominciano a camminare, apprendono le prime parole) e iniziano anche a conoscere il proprio corpo comprese le proprie parti intime. Successivamente diventano consapevoli della propria identità sessuale e acquisiscono sempre più confidenza con i propri organi genitali e così nella loro naturale esplorazione del proprio corpo i bambini scoprono che, attraverso la stimolazione di tali organi, si può provare piacere e stare bene, quindi rilassarsi. Proprio come succhiarsi il pollice, dondolarsi o altri gesti ripetuti affini alla masturbazione rappresenta una forma di consolazione alla quale ricorrere nei momenti di solitudine, stress, noia o stanchezza. Un bambino, soprattutto se molto piccolo, mentre si masturba è totalmente concentrato nell’atto stimolatorio e non sente alcun tipo di imbarazzo. Più avanti intorno ai tre o quattro anni, fase che più o meno coincide con lo sviluppo della propria personalità, il bambino comincia ad avvertire il senso del pudore e così ricorre alla masturbazione solo in situazioni di intimità. I maschietti generalmente traggono piacere dallo sfregamento ritmico del pene mentre le bambine hanno due modalità per masturbarsi: la prima, che attuano nei primi anni di vita, consiste nello stringere ripetutamente le gambe in modo che i due lati della vagina si tocchino, la seconda più semplice e più facile da osservare, richiede lo strofinamento delle parti genitali contro uno spigolo o un oggetto (molto frequente è il dondolio con conseguente strofinamento nei seggiolini per la pappa o a casa o nei ristoranti). Qual è l’atteggiamento migliore che il genitore può mostrare di fronte a tali comportamenti? Senza dubbio il comportamento più consono alla situazione è l’accettazione. Spesso i genitori impediscono ai bambini di masturbarsi ricorrendo a rimproveri, punizioni o veri e propri castighi. A lungo andare però certi tipi di reazioni possono anche portare a possibili inibizioni sessuali future. Molto più efficace risulta essere invece un atteggiamento empatico con il bambino in cui il genitore sia un alleato e non un nemico del proprio figlio. Altro utile atteggiamento è l’osservazione delicata e discreta del bambino: è importante infatti che il genitore si renda conto di quali siano i momenti in cui viene praticata la masturbazione e se possa essere messa in associazione a particolari vissuti del bambino (un cambiamento quale la nascita di un fratellino, un trasloco, un incidente o un lutto). Ci tengo comunque a sottolineare che qualsiasi comportamento per essere definito patologico e quindi in qualche misura preoccupante deve avere un’insorgenza di almeno sei mesi, quindi anche nel caso della masturbazione più o meno frequente od occasionale va monitorata ma con il giusto peso. Altro caso è, invece, se questo atteggiamento diventa compulsivo e attiva una qualche forma prolungata di estraniamento del bambino dalle sue attività ordinarie; in questo caso sarà bene pensare ad un intervento di aiuto. Masturbarsi equivale a consolarsi, quindi qualora il comportamento non cessa e si protrae nel tempo la domanda che il genitore deve necessariamente farsi è: “Per cosa si consola?”
Dott.ssa Marta Falaguasta
Mio figlio si masturba!
Aggiornamento: 8 mar 2023
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