Spesso i nostri bambini occupano il loro tempo a disegnare anche già da molto piccoli.
Avere a disposizione un foglio e dei colori rappresenta per loro una grande occasione per mettersi alla prova e cominciare a lasciare una loro traccia personale e originale.
Disegnare è certamente l’espressione più autentica e singolare della personalità infantile; è un “linguaggio muto” sul mondo vissuto dal bambino e con soggetti molto piccoli rappresenta anche l’unica forma di comunicazione.
Il disegno di un bambino, anche solo uno scarabocchio, contiene in sé tanto di lui, del suo mondo e delle sue emozioni.
Un disegno infatti, un po’ come il sogno per un adulto, rappresenta l’accesso alle emozioni e ai vissuti interiori.
Attraverso il disegno infatti il bambino rielabora, proprio come l’adulto per mezzo del sogno,i dati e le informazioni che trae dal mondo esterno.
Un bambino di tre anni per esempio non scarabocchia più per il piacere del movimento o per sentire la resistenza della matita sul foglio bensì per “parlare”anche se in forma non del tutto consapevole delle proprie sensazioni, di ciò che prova, insomma per raccontarci un po’ i suoi stati d’animo.
Disegnare significa quindi in qualche modo raccontare qualcosa… in tal modo quindi il disegno infantile diventa, soprattutto per gli “addetti ai lavori” un valido strumento per comprendere vissuti e sentimenti di un bambino.
I bambini piccoli in età prescolare generalmente raffigurano la realtà non per quella che è, ma piuttosto per come la vivono o anche per come la vorrebbero.
I disegni dei bambini rappresentano un materiale prezioso e di non difficile interpretazione in cui anche i genitori possono individuare senza troppa difficoltà eventuali problematiche e i conflitti che le animano; riempire tutto il foglio o utilizzare solo una piccola parte esprime già tanto sulla personalità del bambino, sulle sue sicurezze e insicurezze.
Le dimensioni dei soggetti raffigurati sono indicatori della visione che il bambino ha del rapporto con sé stesso e con gli altri; il bambino non copia la realtà ma la rappresenta, riportando quello che per lui ha più significato.
Nel disegno della famiglia per esempio l’eliminazione di alcuni membri, il minore o il maggior peso dato a qualche parte del corpo, l’esasperazione o l’abolizione di alcuni elementi della raffigurazione sono segnali e sintomi che anche il genitore può arrivare intanto a percepire e poi con un minimo di esperienza anche a tentare di dare una spiegazione non dimenticando di considerare sempre il contesto e gli accadimenti che lo hanno preceduto.
Attraverso l’autoritratto invece il bambino riproduce piuttosto fedelmente la percezione che ha di sé ed il livello di adattamento all’ambiente circostante mentre rappresentare la casa simboleggia il rifugio, il calore famigliare.
Qualsiasi disegno da quello libero a quello guidato è quindi un messaggio che il bambino lascia di sé e l’osservazione e poi l’eventuale confronto del genitore con un esperto rappresenta una ulteriore possibilità di conoscere meglio il proprio figlio.
Il disegno infantile è un vero e proprio strumento di comunicazione in cui ricercare eventuali conflitti o malesseri del bambino o anche osservare con piacere tanto benessere psicologico.
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