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“Figli divorziati”: vissuti affettivi ed emotivi dei genitori e dei figli nella separazione.

Immagine del redattore: Dott.ssa Marta FalaguastaDott.ssa Marta Falaguasta

Siamo arrivati al capolinea! Non ne posso più...ma come si fa con i figli?


Generalmente sono queste le domande che i genitori in procinto di separarsi si pongono quando pensano al futuro e molto spesso passa molto tempo prima di arrivare ad una decisione definitiva non tanto perchè si prova a ricostruire qualcosa quanto perchè non si sa davvero cosa sia meglio soprattutto quando poi si hanno dei figli.

Il timore più grande per un genitore è far soffrire i propri figli a causa della separazione e questo chiaramente è comprensibile.

Paura, ansia e preoccupazione sono sicuramente dei denominatori comuni durante una separazione sia per i genitori che per i figli ma se adeguatamente affrontate possono trasformarsi in risorse per continuare comunque a far andar bene le cose.

Di fronte ad una coppia in procinto di separarsi o già separati il mio punto di partenza per un lavoro proficuo ed efficace è racchiuso in una semplice ma non banale frase:”si smette di essere una coppia ma non di essere dei genitori”e l'obiettivo finale quindi è proprio quello del buon funzionamento della coppia genitoriale.

Si resta responsabili comunque della crescita dei bambini anche quando non ci si sente più legati all’altro genitore o addirittura ne siamo diventati avversari.

Prima durante o dopo una separazione vi è tanta sofferenza, a vari e diversi livelli, per tutti i protagonisti della vicenda:genitori e figli.

E tutti hanno il diritto di esprimere questo disagio o quanto meno di essere ascoltati.

Al di là dei motivi per cui ci si separa e di chi sia stato a prendere la decisione sia i genitori che i figli soffrono; successivamente devono poi abituarsi ad una nuova tipologia di vita fatta di ambienti e ritmi diversi.

Il primo messaggio che deve arrivare ai figli è che non sono loro i capri espiatori, che non ci si è separati a causa loro e che è stato fatto ogni sforzo per tenere in piedi l’unione.

La comunicazione e il dialogo con i figli, già importante a prescindere da una separazione, risulta ancora più indispensabile a seguito di questo evento perché hanno bisogno di avere risposte,conferme in un momento in cui le loro certezze sembrano vacillare; se non pongono domande rispettiamo il loro silenzio facendogli comunque sentire la nostra vicinanza.

La sofferenza va elaborata prima dai genitori e poi dai figli altrimenti si rischia di star vicino a loro carichi di tutte quelle emozioni proprie di una separazione: paura ,rabbia, livore,rancore e quant’altro e questo chiaramente nuoce alla salute emotiva dei figli.

Per rassicurare e dare conforto è necessario che per primo il genitore abbia rassicurato e confortato se stesso altrimenti si crea un circolo vizioso in cui chi dovrebbe trasmettere serenità è colui che invece costantemente non fa che alimentare sofferenza.

Per arrivarci è necessario però affrontare un percorso psicoterapeutico vissuto come spazio di conoscenza e consapevolezza di ciò che non ha funzionato nel rapporto e di comprensione delle proprie responsabilità.

La “strada” da percorrere è spesso tortuosa e faticosa ma capace di restituire integrità e completezza alla persona.

Solo dopo aver fatto questo “viaggio”generalmente si è pervasi poi da un senso di benessere e leggerezza che si ha finalmente il diritto di rivendicare e il piacere di provare.

E finalmente ci si sente capaci di trasmettere il benessere ritrovato ai propri figli!



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