Nel linguaggio i bambini a volte mettono in atto involontari arresti, ripetizioni o prolungamenti del suono che provocano un disordine all’interno della loro produzione verbale.
Esclusi episodi isolati, questo fenomeno prende il nome di balbuzie.
La balbuzie è considerato un disturbo del linguaggio multifattoriale in quanto può dipendere da una serie di fattori sia genetici, fisiologici che derivanti da variabili ambientali.
Generalmente i bambini che balbettano ripetono una o più parti iniziali, interne o finali di una parola.
Perchè accade questo?
Bisogna prendere in esame il disturbo a 360 gradi partendo ed eventualmente escludendo fattori genetici o fisiologici dando quindi poi maggior peso a quelli psicologici e quindi ambientali.
E soprattutto bisogna osservare il bambino cercando di notare quando insorge il disturbo e se è più frequente in determinate circostanze piuttosto che in altre.
Escluse cause prettamente mediche e fisiologiche quali, per esempio un ritardo nello sviluppo del linguaggio, la balbuzie può essere la conseguenza di alcune situazioni traumatiche vissute dal bambino come la nascita di un fratellino, situazioni nuove che si trova ad affrontare o traumi più importanti quali maltrattamenti o la perdita di una persona cara.
Come per qualsiasi tipo di patologia in età infantile non si può non valutare la temporalità del disturbo: per essere considerato davvero un problema da affrontare seriamente deve avere almeno una durata di 6 mesi.
Per un bambino di pochi anni è assolutamente normale avere qualche difficoltà nel trovare la giusta coordinazione fisica, intellettuale ed emotiva necessaria ad una produzione linguistica fluente poichè si trova in una fase di “rodaggio” del linguaggio che, generalmente, supera poi con la crescita.
Osservare un bambino che balbetta aiuta a far luce sulla disfluenza della sua produzione verbale.
Quando la balbuzie, come spesso accade, ha una natura di carattere prettamente psicologica può essere utile osservare il bambino in situazioni di gioco: nell’attività ludica infatti difficilmente sono presenti le balbuzie in quanto il bambino è più rilassato e a suo agio.
Le disfluenze linguistiche infatti compaiono maggiormente nelle relazioni con gli altri; anche gli adulti quando sono nervosi o particolarmente emozionati occasionalmente balbettano.
Superati i tre anni di età, se il problema delle balbuzie persiste, probabilmente è presente un effettivo disturbo del linguaggio e della comunicazione che necessita di un trattamento specifico: una analisi psicologica della storia del bambino e dell’insorgenza delle balbuzie ed una valutazione associata da parte di un logopedista sono il punto di partenza per considerare e comprendere la problematica in modo approfondito e completo.La valutazione quindi deve necessariamente essere multifattoriale senza tralasciare, nella fase iniziale, nessuna ipotetica causa.
In attesa di una consulenza con uno specialista risulta di fondamentale importanza per il benessere psicofisico del bambino un comportamento di massimo rispetto da parte dei genitori nei confronti della problematica: è molto importante non interrrompere il piccolo quando parla, non sgridarlo o mostrarsi divertiti quando balbetta e non metterlo in imbarazzzo davanti agli estranei.
Un bambino che balbetta, qualsiasi sia l’origine e la causa della problematica, sta comunque esprimendo un disagio che come tale va ascoltato, non sottovalutato ne tanto meno deriso.
Comments